Tra le colline del Mugello, all’interno dei confini comunali di Reggello, si trova uno dei castelli più scenografici ed eclettici d’Italia. Stiamo parlando del Castello di Sammezzano, che oltre a essere circondato da uno splendido parco si caratterizza per lo stile moresco e colorato.
Nonostante il suo splendore architettonico, risulta attualmente chiuso. Ma come vedremo tra poco, in alcune particolari occasioni, è possibile visitarlo e scoprire tutta la sua straordinaria bellezza.
Cosa vedere: tutti i saloni del Castello di Sammezzano
Già a prima vista il Castello di Sammezzano offre una chiara dimostrazione della sua unicità. La duplice facciata, infatti, riprende da un lato elementi legati al sole e dall’altro legato alla luna. Se a primo impatto lascia senza parole, preparatevi però a conoscere meglio i suoi interni variopinti e fiabeschi ispirati all’arte araba e orientale.
I saloni principali del Castello di Sammezzano sono:
- La sala d’Ingresso, chiamata anche “Sala del Non Plus Ultra”, è il primo ambiente che si incontra entrando nel castello.
- La sala dei Pavoni, chiamata così per via dei colori e dei motivi che ricordano chiaramente la coda dei pavoni.
- La sala degli Amanti, tra le ultime a essere costruite, ospitava prima una terrazza. Oggi è interamente decorata da stucchi bianchi, dandole un aspetto quasi paradisiaco.
- La sala del Giuramento, anch’essa ricchissima di stucchi, riporta sulla parete la formula di giuramento che veniva utilizzata dalla nobile famiglia di Aragona per fare voto di fedeltà al Re.
- La sala dei Piatti Spagnoli, uno spazio decisamente particolare dove poter trovare più di 200 stoviglie incastonate sulle pareti.
- La sala delle Stelle o “Sala del Virtus in medio”, uno spazio più piccolo che con la sua effigie “Nos Contra Todos e Todos contra Nos” richiamava a cercare sempre un punto di equilibrio, senza sbilanciarsi mai verso gli estremi.
- La sala da Ballo, direttamente collegata con la sala delle Stelle, è nota anche come sala bianca. Molto luminosa, presenta più di 40 colonne ed è interamente abbellita da motivi floreali ispirati all’arte araba.
- La sala Bizantina, utilizzata in passato come biblioteca, si ispira nelle sue forme ai canoni stilistici dell’Impero romano d’Oriente, più nello specifico al centro di Costantinopoli (attuale Istanbul).
- La sala dei Gigli o sala del Consiglio, riporta chiaramente in Cina per via dei suoi colori che decorano tutte le pareti e la cupola.
- Il Corridoio Bianco, o galleria dei Vasi dato che un tempo conteneva molti oggetti, è uno spazio in cui è presente un enigma mai risolto. Nessuno è mai riuscito a capire perché nella porta d’ingresso ci sia la parola “Nodum”, mentre in quella di uscita “Solve”, che insieme significano “risolvere il nodo”.
- L’ottagono Dorato, una vera innovazione per il tempo. Era infatti uno spazio dedicato ai fumatori, tanto che venne soprannominata “Sala del Fumo”. Gli ospiti qui perciò potevano fumare liberamente senza che il cattivo odore si diffondesse in altri ambienti.
- La sala delle Stalattiti, con decorazioni dette “a “muqarnas” che cadono appunto dal soffitto e che erano tipiche dell’Impero Moghul, un impero indiano di religione musulmana.
- La sala delle Farfalle, detta anche Ottagono degli Specchi, resa speciale dalla presenza di stucchi a forma di farfalla.
- La cappella, uno spazio decisamente particolare dato che unisce i simboli della cristianità come la croce con altri tipici dell’Islam. Non a caso, dietro l’altare, è possibile trovare la scritta “Allah Akbar” in caratteri arabi.
Oltre a questa moltitudine di sale, tutte dalle tinte e dai significati diversi, il Castello di Sammezzano presenta all’esterno un enorme parco con giardino all’inglese. Questo spazio verde ha un’estensione totale di circa 190 ettari, all’interno dei quali si trovano piante provenienti da tutto il mondo.
Tra le tante vanno sicuramente segnalate le sequoie monumentali importate dall’America, che qui grazie al clima mite riescono a crescere rigogliose. Attualmente, infatti, tutti i 57 esemplari superano abbondantemente i 35 metri di altezza.
Visitare il Castello di Sammezzano
Nel caso in cui vi state domandando se il Castello di Sammezzano è aperto alle visite, la risposta purtroppo attualmente è no. Purtroppo la questione è piuttosto complessa e riguarda una serie di problemi di manutenzione, legati nello specifico al fallimento della Sammezzano Castle Srl, la società proprietaria dell’immobile.
Tuttavia, anche se non è ancora prevista una data di riapertura ufficiale, vi è comunque la possibilità di accedere ad alcune aree dell’edificio grazie alle aperture straordinarie del Castello di Sammezzano. Tali aperture vengono generalmente organizzate in occasione delle giornate del FAI di Primavera che si tengono ogni anno verso la fine di marzo.
Nel caso in cui si volesse visitare il Castello, il consiglio è quindi quello di richiedere informazioni direttamente al FAI. Anche qualora la propria richiesta dovesse avere un esito negativo, dimostrare interesse nei confronti di tale opera risulta importante per mantenere viva la pressione per la sua riapertura.
Accesso al parco
Nonostante il Castello di Sammezzano sia ufficialmente chiuso alle visite, il parco rimane comunque aperto al pubblico. Non ci sono varchi di ingresso, pertanto il Parco del Castello di Sammezzano rimane sempre accessibile, in qualsiasi giorno e orario.
All’interno sono tracciati alcuni percorsi che portano alle sequoie, mentre in circa 10 minuti di camminata si arriva davanti alla Rocca. Ovviamente gli ingressi sono chiusi, ma ciò permette comunque di visitare il Castello di Sammezzano dall’esterno, osservandone la particolare facciata.
Curiosità sul Castello di Sammezzano
Il Castelli di Sammezzano è uno dei pochissimi esempi di architettura moresca in Italia. Per trovare un edificio simile bisogna spostarsi nei Colli Bolognesi, alla Rocchetta Mattei, rispetto alla quale Sammezzano si distingue specialmente grazie ai colori ancora più sgargianti.
Questa sua unicità ha fatto sì che in passato l’edificio sia stato scelto come set cinematografico, per girare film, spot pubblicitari, serie tv e video musicali.
Tra i film girati al Castello di Sammezzano ci sono:
- Il fiore delle Mille e una notte (1974) di Pier Paolo Pasolini
- Sono un fenomeno paranormale (1985) di Alberto Sordi
- Il racconto dei racconti (2015) di Matteo Garrone
Leggende
La struttura originaria che nel tempo ha poi preso la forma dell’attuale castello è decisamente antica, tanto che secondo lo storico Robert Davidsohn qui avrebbe soggiornato Carlo Magno.
Ci sono infatti testimonianze sul fatto che l’imperatore fosse stato a Firenze nel 780, in occasione di un viaggio di ritorno da Roma, dove si era recato per far battezzare il figlio. Carlo Magno potrebbe dunque aver soggiornato al Castello di Sammezzano per almeno una notte, prima di ripartire.
La storia del Castello di Sammezzano
La storia del Castello di Sammezzano è purtroppo travagliata, specialmente durante l’epoca più recente. Il nucleo iniziale dell’edificio è decisamente antico, ma è solo nel XVIII secolo che tutto ha iniziato a prendere l’aspetto eclettico e attuale che si vede tutt’ora.
Nato come una tenuta di caccia, che passò anche in mano ai Medici, venne completamente ristrutturata e rivista da Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. Nato in realtà a Firenze nel marzo del 1813, Ferdinando era figlio di Leopoldo Panciatichi e Margherita Rosselmini, entrambi di ottima famiglia. Appassionato di botanica, di architettura e di arte, fu sempre affascinato dalle culture orientali e arabe. Proprio per questo quando ereditò il Castello di Sammezzano decise di dedicare gran parte della sua vita per trasformarlo in una tenuta in stile moresco, ricca di colori e dettagli simbolici.
È accertato che in oltre quarant’anni di lavori Ferdinando si occupò personalmente della direzione di tutti i lavori, istruendo la manodopera locale e occupandosi personalmente di ogni dettaglio, leggendo numerosi libri e volumi sulle tecniche di arredo orientali. Essendo interessato alla botanica, si occupò anche del grande parco, facendo arrivare piante esotiche da ogni parte del globo.
Ovviamente l’edificio, nella sua stravaganza, attirò moltissimi curiosi. Tra gli ospiti più famosi si citano Ernesto Schiaparelli, Amedeo I di Spagna (nonché figlio di Emanuele II, primo Re d’Italia), Pasquale Villari e Umberto I di Savoia.
Le cose iniziarono a volgere però a volgere per il peggio dopo la morte di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, avvenuta nel 1897, a lavori non ancora conclusi. A prendere la gestione del Castello vi fu inizialmente la figlia Marianna Panciatichi Ximenes. Con lo scoppio dei conflitti mondiali, e in particolare della Seconda Guerra Mondiale, l’intero edificio venne però occupato dai nazisti e saccheggiato.
Dopo la firma della pace, il castello venne utilizzato per un certo periodo come set cinematografico, oltre a essere utilizzato in parte come hotel. Quando però anche l’attività di ricezione cessò, il castello cadde in totale stato di abbandono. In seguito a diverse aste andate a vuoto, nel 1999 una società Italo Inglese, la Sammezzano Castle Srl acquistò la proprietà. Tuttavia fallì poco dopo e il tentativo di recupero andò a vuoto.
Oggi alcuni enti, come il FAI e il Comitato Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, si occupano attivamente di ricercare fondi per poter prevedere dei lavori di messa in sicurezza e una definitiva (e tanto sperata) riapertura.
Come arrivare al Castello di Sammezzano
Premesso che il Castello è attualmente chiuso alle visite, i suoi spazi esterni sono comunque visitabile e raggiungibili senza grossi problemi. Nello specifico il Castello di Sammezzano è posto a poco meno di 30 chilometri da Firenze, in un’area dei Colli Fiorentini decisamente verde e rigogliosa.
L’indirizzo preciso del Castello è Via Giuseppe Garibaldi, 6 a Leccio, una frazione di Reggello raggiungibile grazie al collegamento con la strada regionale 69.
In auto
Chi viaggia in autostrada può seguire la A1 uscendo al casello di Incisa Reggello. Poco dopo l’uscita vi sono le indicazioni per Leccio-Reggello che proseguono lungo la strada provinciale SP 17 per circa 8 chilometri. Così facendo si raggiungerà poi Leccio, utilizzando la Strada Regionale 69.
Il Castello di Sammezzano si può dunque raggiungere prendendo una deviazione in località Casenuove. Dato che la strada è stretta e sterrata, il consiglio è dunque quello di avvicinarsi alla propria destinazione a piedi, approfittando della presenza del parco per poter vedere dal vivo anche le sequoie secolari.
In autobus
Raggiungere il Castello di Sammezzano in autobus è in realtà piuttosto scomodo, data la sua posizione isolata. Nel caso in cui si volessero comunque utilizzare le opzioni sono due: o prendere un bus organizzato che conduce all’Outlet The Mall, oppure servirsi dell’autobus di linea 360 A che dalla stazione di Pontassieve arriva sempre in prossimità dell’Outlet.
In entrambi i casi bisognerà poi però percorrere circa 1 chilometro e mezzo a piedi prima di raggiungere l’edificio, impiegando quindi circa 30 minuti a tratta.
In treno
Così come non esistono autobus diretti per il Castello, non vi sono neppure treni. La stazione ferroviaria più vicina per avvicinarsi alla propria meta è quella di Pontassieve, ben collegata con Firenze, da dove poter prendere un autobus o un taxi.